Polistena:
la festa del Sacro Cuore di Gesù e l'istituzione della Guardia d'Onore nel
1897.
di Giovanni Russo
Prima di riferire circa la festività del Sacro
Cuore di Gesù, a Polistena, ci sia consentito di aprire una parentesi sulla
storia, vicende e diffusione nel mondo di tale culto.
La storia della festa del Sacro Cuore di Gesù è distinta da
quella dell' introduzione della festività nella liturgia universale della
Chiesa. Due distinte realtà intimamente connesse ed interdipendenti. Tale
interdipendenza si verificò in due modi. La crescente devozione del popolo in onore del Sacro Cuore,
l'approfondimento teologico, biblico e la benefica utilità pastorale della
devozione, esercitarono pressione per la istituzione liturgica della festività.
Questa, una volta avvenuta, suscitò nuovi studi, che resero più chiara
l'essenza della devozione stessa e il simbolismo del cuore. Inoltre la
pratica pastorale crebbe - si può dire - a dismisura.
Il primo "segno"
pubblico-devozionale al Sacro Cuore non si ebbe in Europa. Si verificò in Brasile all'inizio
dell'evangelizzazione dell'immenso paese. Fu S. José de Anchieta , apostolo del Brasile, gesuita, che
dedicò al Sacro Cuore una modesta chiesa a Guarapary, nel 1552. La costruzione si trova nella diocesi "Do Espiritu Santo", sulla costa bagnata
dall'Atlantico, a nord di Rio de Janeiro.
Agli inizi del '600 la devozione al
Sacro Cuore si diffuse specialmente per opera dei Padri gesuiti.
Dopo la morte di S. Margherita Maria Alacoque (1690), le
Visitandine di Francia, incoraggiate dalla diffusione della devozione,
presentarono varie richieste alla Santa Sede:
l'approvazione della festa liturgica del Sacro Cuore; la sua celebrazione il
venerdì dopo la festa del Corpus Domini; la facoltà per tutti i sacerdoti che
in quel giorno avessero celebrato nei monasteri della Visitazione di dire la
Messa "Venite", composta dal P. Gallifet.
I Padri gesuiti appoggiarono la mozione. Si ebbe pure il
patrocinio della regina Maria, moglie di Giacomo II Stuart, re d'Inghilterra.
Fu nominato "ponente" della causa il Card. Tousaint. Nella
discussione della causa il promotore della Fede, Mons. Bottini, si oppose
risolutamente all'approvazione. Le ragioni addotte erano soprattutto due: la
Chiesa nel culto pubblico non si basa su rivelazioni private; la questione
fisiologica del cuore umano in rapporto alle commozioni passionali (amore,
dolore, ecc.) non era chiarita. Il 30 maggio 1697 fu reso noto l'esito negativo
della causa. Anche i formulari della Messa "Venite" furono respinti.
Nonostante la risposta negativa del
1697, la devozione continuava a diffondersi.
A distanza di quasi un secolo dalla
prima approvazione romana (del 1765), Pio IX ritenne maturi i tempi per l'estensione della festa alla Chiesa Universale ed emanò il decreto il 23 agosto 1856. Fu adottata la messa "Miserebitur" col suo Ufficio, nella categoria di
"duplex maius", secondo i gradi della liturgia di allora.
L'estensione della Messa del Sacro Cuore a tutta la Chiesa,
decretata da Pio IX, venne al termine di un lungo percorso, un travagliato
cammino protrattosi per più di due secoli, e segnato - specialmente nel XVII e
XVIII secolo - da roventi controversie. Fu anche però un periodo di crescita in
profondità e diffusione della devozione al Sacro Cuore[1].
A Polistena, nella ricostruita chiesa parrocchiale, dopo il
terremoto del 5 febbraio 1783, secondo la Visita Pastorale del 1822, figurò, in
cornu Evangelii, un altare del SS. Cuore di Gesù, su cui faceva bella mostra un
quadro in tela dello stesso titolo. Tale altare, durante l'arcipretura di Mons.
Domenico Rodinò Toscano (1890-1926), molto probabilmente, venne sostituito con
altro sormontato da stipo con ricco fastigio ligneo di stile moresco, in noce, opera
del polistenese Giuseppe Silipo, dentro il quale fu sistemata la nuova statua in
cartapesta modellata e dipinta del Sacro Cuore di Gesù, già presente, come
vedremo avanti, nel 1897, ma che potrebbe essere stata acquista da poco. Anche
quest'ultimo altare ligneo, nel 1935, fu sostituito da altro marmoreo (quello
tuttora esistente nella navata sinistra, situato subito dopo quello con la
cinquecentesca Pala Marmorea con la Deposizione di Nostro Signore Gesù Cristo),
opera dei marmorari messinesi Dileo Pancrazio e Barbaro Nunzio, che non
contemplò la possibilità di custodire la statua dentro il fastigio ligneo del
Silipo, bensì in una nuova nicchia con vistosa cornice. In seguito, come si
potrà evincere dalla foto, nell'altare con lo stipo moresco del Silipo, venne
sistemata la statua di Maria Ausiliatrice. Anche quest'ultima sistemazione non
durò molto perché la statua della Madonna, venne ulteriormente collocata su una
piccola base al lato dell'altare del Cuore di Gesù, mentre l'opera, di
grandissimo rilievo artigianale del Silipo, venne relegata in soffitta o chissà
dove, al pari di molte suppellettili, quadri e statue appartenenti al
patrimonio culturale della Chiesa Matrice di Polistena. Ma torniamo alle
vicende antiche dell'altare del Sacro Cuore.
Una preziosa anonima cronaca della festa del Sacro Cuore e
l'istituzione della Guardia d'onore, nel 1897, è riportata nella rubrica
"Nelle Regioni Italiane" de "L'Amico delle Famiglie : periodico
illustrato settimanale", anno XVIII, Genova (Mura S. Chiara, 42), Domenica
11 luglio 1897, n. 28. p. 347. Tale cronachetta, frutto della penna sapiente e
colta di anonimo polistenese, ci torna oggi utile per conoscere dettagli che
chiariscono diverse vicende storiche, artistiche e religiose. Nulla sapevamo,
infatti, del fatto che il canonico Agostino Laruffa fosse stato Padre
Spirituale e Rettore della Pia istituzione Guardia d'onore del Sacro Cuore che,
ancora tra il 1911 e 1914, in un rendiconto della Sagrestia e Fabbriceria, figurò
esistente sotto la denominazione Associazione del Sacro Cuore di Gesù e donante
un contributo di £. 100,00. Per ciò che relativo alla musica, crediamo possa
trattarsi di un'esecuzione della Filarmonica polistenese (precedente a quella
istituita, nel 1900, dal maestro Nicola Rodinò -Toscano) che, con molta probabilità
eseguì musica di quest'ultimo. Ma ecco cosa recita la breve ma intensa
descrizione della festa di quell'anno:
"Polistena (Reg.
Calabria) Il S. Cuore di Gesù. Mai come nei giorni scorsi la nostra Chiesa
Madre festeggiante ci commosse e ci entusiasmò, sotto il fascino della sua
arcana e misteriosa poesia. Mai come nei giorni scorsi la popolazione devota
della nostra simpatica Polistena rimase attratta dalle sublimi bellezze della
festa, che solennizzavasi in occasione della chiusura del mese di Giugno, consacrato
al Divin Cuore di Gesù, e della inaugurazione della Guardia d'Onore al Sacro
Cuore medesimo. Per cooperazione del solertissimo giovine, Padre Spirituale e
Rettore della Pia Istituzione, Sig. Canonico Agostino M. Laruffa, scelta
musica, che ci rapì fino all'incanto, accompagnò la Messa, celebrata dal Molto
Rev. Arcip. Domenico Rodinò-Toscano, il quale dopo l'Evangelo ci rivolse un
pregiato discorso. Pareva che nella Chiesa, stupendamente parata ed illuminata
a festa, Iddio, che trovavasi ostia vera di pace e di amore nel sacro
Tabernacolo, volesse mostrarci un raggio della sua bellezza, un raggio
dell'incanto paradisiaco. E ci sembra di vedere la Statua del Sacro Cuore
SS.mo, esposta sotto ricco e sfolgorante baldacchino, tra una gloria di ceri
ardenti, in mezzo al vario colore di mille rose, in mezzo al candore dei gigli,
in mezzo al profumo dell'incenso. La funzione, che aveva avuto principio col
canto solenne dell'uffizio, ebbe termine col canto del Te Deum e colla
benedizione del Venerabile. Sia di copioso frutto spirituale alle persone che
ebbero la sorte di godere tante bellezze e tante delizie che in nessun modo il
secolo superbo e sciocco potrebbe porgere; e piovano, come rugiada
ristoratrice, mille grazie del Cielo all'egregio nostro Rettore, che non
tralascia di sacrificare tutto se stesso, per amore del Sacro Cuore dolcissimo
che tanto ha amato gli uomini".
Pubblicato in L’ALBA DELLA PIANA, Dicembre 2014, pp. 29-30.
[1] A. PAOLINO s.j., L'istituzione della festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù - I, in http://www.moscati.it/Ital2/SCuore_APaolino.html.
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