Presentazione del libro di Giovanni Pittari: "Grotteria - Storia Religiosità Società"
Presentazione del libro di Giovanni Pittari: "Grotteria - Storia Religiosità Società"
di Giovanni Russo
L’indagine che questo
libro compendia è frutto di ricerche, riflessioni ed una vasta bibliografia che
l’amico Giovanni Pittari, da uomo operativo e professionale, oltre che autore
di studi e saggi di carattere storico-artistico, è andato annotando dopo aver
frequentato, con pazienza e acribia, archivi e biblioteche, al fine di redigere
un lavoro che potesse offrire al lettore la possibilità di conoscere, con
l’essenzialità di un racconto, una più nitida visione di Grotteria di cui, tra
l’altro, è in procinto di pubblicarne il catasto onciario del 1742, ordinato a
tutte le università del Regno di Napoli dalla Camera della Sommaria, nel
contesto delle riforme del re Carlo di Borbone.
Ciò che ne è scaturito
non è solo uno squarcio della storia d’un antico centro, ma una ricerca sulle
sue testimonianze archeologiche, storiche, religiose e sociali, con
l’inclusione di argomenti vari ad esse connessi. Viene fuori una raccolta, una vera
e propria messe di notizie, tendente a testimoniare l’interesse che il
territorio ha riscosso tra i popoli nel corso dei secoli.
Questa nuova iniziativa
editoriale si propone di stimolare l’interesse per il passato ed approfondire
la conoscenza dello sviluppo di più aspetti della vita comunitaria della
cittadina nelle sue varie manifestazioni e nelle sue organizzazioni.
Integrare il quadro
complessivo della cittadina, già oggetto di indagini storiografiche legate
principalmente: al nome dell’avvocato Domenico Lupis-Crisafi che, nel 1887, per
l’esigenza di colmare un vuoto plurisecolare esistente nella storiografia della
sua città di origine, pubblicò la fondamentale “Cronaca di Grotteria dalla sua
fondazione fino al 1860”; e a Giuseppe Bruzzese, autore di “Grotteria nelle
fonti documentarie dell'archivio di stato di Reggio Calabria (1800 - 1950)”,
del 2009, rappresenta, quest’oggi, non un’operazione superflua, ma la volontà
di ricerca, di studio, di salvaguardia e valorizzazione, a vari livelli, dei
beni storico-culturali del territorio. Azione necessaria, quindi, anche per la
mole di ulteriori documenti presentati ed organizzati da Pittari, per dare
quella giusta connessione cronologica, nel contesto di una nuova “cultura” che
deve penetrare in strati sempre più vasti dell’opinione pubblica per coglierne
le dinamiche storico-sociali e religiose e per avviare quella formazione di una
nuova sensibilità ed una diversa attenzione per il passato e per le sue
principali testimonianze.
A Grotteria, non si
giunge per caso. La sua bellezza bisogna conquistarsela anche attraverso un
itinerario che consenta un impatto con la storia, con le caratteristiche
viuzze, con le piazze, con le chiese, con i monumenti, con la diversità delle
testimonianze custodite che il nostro Autore, presentandone la storia e le
vicissitudini, propone con un salto nel passato mescolato a sensazioni che sono
quelle di chi riscopre, come per incanto, le novità di un tempo che fu.
Grotteria, infatti, per
la sua particolare posizione geografica nel territorio, rappresentò, prima
all’epoca del conte Antonio Caracciolo (Contea di Gerace, Baronie di San
Giorgio, di Anoja e di Grotteria, Feudi rustici di Capobruto, Mussuto e
Capperonuovo già del conte di Arena) e poi con il sorrentino Marino Correale
(la Contea di Terranova, le Baronie di San Giorgio, di Cinquefrondi e di
Grotteria con i rispettivi casali, il tutto già appartenuto a Tommaso
Caracciolo) un ponte di collegamento tra lo Jonio ed il Tirreno.
L’interesse di questo
studio - per ciò che riguarda la parte archeologica - supera certamente i
limiti angusti del paese che abbracciò, invece, i confini di una più vasta area,
propone una carrellata di ritrovamenti ed immagini legati anche alla Valle del
Torbido, quasi a voler testimoniare in quale gran considerazione questo fiume fosse
stato tenuto nell’antichità.
Partendo da lontani, ma
anche da più recenti spunti storiografici, l’Autore, ha inteso soprattutto
offrire a future sistemazioni metodologiche, il proprio considerevole
patrimonio di ricerche, di scoperte archeologiche (molte delle quali oggi in
collezioni private o legate al nome di Emilio Barillaro), e di fonti storiche
edite ed inedite, proponendo ipotesi e soluzioni senza pretendere di aver
risolto in modo definitivo questioni controverse, suscettibili di ulteriori
ricerche capaci di confermare e smentire gli attuali risultati.
Circa l’interazione tra gli spazi urbani e quelli sacri,
Pittari, indagando le fonti edite ed inedite, permea i modelli comportamentali
e devozionali di riferimento, esponendo le proprie tesi ed esiti di ricerche, quasi
a voler arricchire il quadro dei rapporti tra sfera religiosa (fondamentale fu
l’influsso dei monaci basiliani che portarono una religiosità fortemente
contemplativa su cui si innestò successivamente l’influenza dei conventi
domenicani e cappuccini e le numerose chiese, veri centri d’adozione della
locale nobiltà o gestiti da patronati privati o ecclesiastici, che ebbero anche
un ruolo educativo popolare) e quella sociale.
Ed ecco che Grotteria assume un’ulteriore fisionomia
storica ed artistica ben precisa allorquando l’elaborazione del libro,
integrata da note bibliografiche ed esplicative senza aver la pretesa di aver
esaurito l’argomento, che potrà essere continuato con tenace perseveranza da
ulteriori provvisti della necessaria preparazione per le ricerche archivistiche,
vede susseguirsi una carrellata di: quinternioni, apprezzi (richiamato
particolarmente quello del 1707, per la verità già oggetto di un recente studio,
del 2017, di Enzo Naymo, curatore anche dell’imponente platea cinquecentesca di
Giovanni Battista Carafa Marchese di Castelvetere e Conte di Grotteria, edita
nel 2004), regesti per le chiese di Grotteria, tratti dal monumentale “Regesto
Vaticano per la Calabria” dell’indimenticabile padre Francesco Russo
(operazione alquanto utile anche perché opera fondamentale posseduta da non
molte biblioteche calabresi e da pochi studiosi), confini territoriali, visite pastorali,
bollari dei vescovi di Gerace, chiese, cappelle laicali, luoghi pii,
juspatronati, oratori privati, sindaci, arcipreti, sacerdoti, ecclesiastici
illustri, ospedali, inventari e suppellettili sacre dei due conventi, beni
archeologici ed artistici, iscrizioni e Cassa Sacra.
Non mancano riferimenti anche alle famiglie illustri o
a personalità varie di condizione civile e ragguardevole, argomento di cui ebbero
ad occuparsi sia il Lupis-Crisafi, il compianto Emilio Barillaro il quale,
particolarmente a quella dei “Palermo di Grotteria” dedicò, nel 1966, oltre 200
pagine, che Enzo Naymo con il suo “Agazio Striveri da Grotteria : storia di un
capitano filo-aragonese al tempo dell'occupazione francese del Regno di Napoli
(1495-1496)” del 2005.
Un discorso a parte, ma complementare, meritano,
infine: il rilevante corpus fotografico di tutto rispetto con riprese inerenti ai
soggetti via via trattati; le didascalie che danno, volta per volta,
spiegazioni esaurienti e criticamente significative delle illustrazioni e l’appendice
con una sfilza di documenti che connotano, nella loro essenzialità, il nucleo
di questo volume utile per accostarsi alla storia di Grotteria, cittadina ricca
di bellezze naturali e panoramiche oltre che della maestosità dei suoi
monumenti superstiti.
La relativa tranquillità delle vicende storiche e la
varietà delle successioni feudali, qualora non si fossero verificati vari
terremoti, specie quello del 1783, avrebbero permesso la conservazione di un
considerevole patrimonio di residenze e di edifici cultuali e monastici che
Pittari, scavando in profondità, ha tentato di individuare per metter in
evidenza il fascino dei tanti ruderi, specie quelli granitici e nel contempo ferrigni
dell’arcigno castello che, oltre ad essere la residenza dei baroni nelle varie
successioni feudali, fin dalla sua costruzione, assunse il ruolo di simbolo
sociale, politico e culturale, rappresentando il segno materiale
dell’incontro-scontro dei poteri storici.
Questa nuova fatica dell’amico Giovanni Pittari,
progettata e condotta a termine dopo averla ancorata rigorosamente al dato
storico-documentario, si traduce nell’offerta agli abitanti di Grotteria, agli
studiosi ed ai visitatori, di una proposta di arricchimento culturale e
costituisce, nel contempo, un contributo alla conoscenza ed alla divulgazione delle
nuove tracce venute alla luce in uno dei luoghi più interessanti tra i centri
dell’entroterra jonico.
Giovanni Russo
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