ANTONIO JONATA MUSICISTA OPERANTE A MESSINA, PALMI E POLISTENA ALLA FINE DEL XVIII SECOLO di Giovanni Russo
Antonio Jonata |
MUSICISTA OPERANTE A MESSINA, PALMI E POLISTENA |
ALLA FINE DEL XVIII SECOLO |
di Giovanni Russo |
Tentare di tracciare un panorama aggiornato delle nostre conoscenze su Antonio Jonata fu Francesco, musicista del quale non esiste una esauriente trattazione bio-bibliografica, bensì sporadiche notizie, è quanto ci siamo prefissi in questo breve contributo su una pagina della storia musicale di Polistena e di Palmi, relativamente all’epoca compresa tra la seconda metà del 1700 e gli inizi dell’800, operando una serie di ipotesi che, più o meno, cercheremo di confortarle da fonti documentarie edite ed inedite. La tradizione musicale polistenese, già presente, a partire dal XVI° secolo, con Antonello Marafioti che, in Napoli, dimostrò mirabilmente la grandezza della sua virtù con farsi conoscere perfettissimo nel suonare ogni strumento musicale[1],si sviluppò nel corso del ‘600 e ‘700, con l’attività musicale della Cappella Musicale[2] di Corte, operante nel superbo teatro capace di contenere oltre mille persone, eretto all’interno del sontuoso palazzo dei Milano[3]. Musicisti di spicco di detta Cappella Musicale, cui parteciparono molti e qualificati suonatori provenienti da diverse località calabresi e non, furono Giacomo Francesco Milano, allievo di Francesco Durante, e Michelangelo Jerace, maestro della cappella, le cui Sonate furono pubblicate a Londra. Tutto, però, ebbe a fare i conti con il terremoto del 5 febbraio 1783 che rase al suolo la cittadina. Non mancarono, nell’immediato, iniziative atte a risollevare anche moralmente i superstiti abitanti, tanto che già il 6 agosto si tenne la prima serata della Nuova Accademia dei Placidi[4] cui aderirono svariate personalità, polistenesi e non, del mondo della cultura, dell’arte, e della scienza, che assunsero, alla maniera delle antiche accademie arcaiche, un proprio pseudonimo. Tra gli aderenti figurò anche tale D.Antonio Jonata, virtuoso di musica, detto Fancioneo.Di lui non conosciamo i dati anagrafici, tuttavia, siamo in grado di poterlo seguire nelle peregrinazioni, attraverso fonti edite ed inedite che ci inducono a ritenere che egli, abbia esercitato la professione di suonatore e di musicista in Calabria e in Sicilia, in periodi alterni. Nell’immediato dopo terremoto, dicevamo, non mancarono, a Polistena, saltuarie iniziative culturali tra cui le esecuzioni di una arrangiata cappella musicale cui, forse, Antonio Jonata partecipò o nella funzione di suonatore o addirittura di Maestro. Non siamo in grado di stabilire se, nel 1783, la residenza di Jonata fosse Polistena o Palmi, cittadina ove, come vedremo, egli era già presente fin dal 1762, ma proveniente da Tropea. Un atto del 1762 del Notaio Francesco Colloridi[5] di Palmi, registra, infatti, un contratto nel quale “ D.Antonio Jonata della Città di Tropea, ma abitante e casato in Palme “ si obbligava e prometteva di insegnare a tale Pasquale Neri, nello spazio di anni sei, il violino ed il corno di caccia. Ancora un altro contratto, stipulato dal Notaio Giovanni Antonio Soriani di Palmi nel 1792, conferma la presenza di Jonata a Palmi.L’Università della cittadina si impegnava a retribuire il Maestro Antonio Jonata (Professore di violino e Tromba ), con annui ducati 50, “ perchè questi conferendosi in questa predetta Città, insegnasse a 4 giovani da eleggersi dai Magnifici Amministratori, violino e tromba e facesse quelle musiche solite per lo passato a farsino alla Cappella di questa stessa Città”. Una importante clausola fu prevista in tale obbligo e, cioè : “ Esso D.Antonio e ciò per la causa sopra assegnata, tanto più che detto Signor Jonata per compiacere alla richiesta fattali da parte di questa Università deve abbandonare la Cappella della Città di Messina e tutt’i proventi che in essa Città lucrava”[6]. Quindi, un musicista che, sebbene casato a Palmi, frequentava l’ambiente musicale messinese, approfittando, con molta probabilità, del possibile attraversamento dello stretto dal porticciuolo di Pietre Nere di Palmi. Ma la presenza di Jonata a Messina viene ricordata da La Corte Cailler[7], secondo cui Jonata fu suonatore di contrabbasso e di violino e fu così “ricordato come contrabbassista da Don Pippo Romeo nella Cicalata del 1798 Le lodi della bruttezza : “ Mi è binidittu tuttu Ninu, lu contrabbassu : / Duna ‘na ziringata o susu, o puru abbassu / Comu rinesci è bona, o giusta, o a scapituri, / E poi cci vannu l’occhi comi lu lucittuni “. Nel 1802, secondo quanto tramandatoci dal De Salvo[8]che, con molta probabilità, ha attinto la notizia dal Guardata[9], Antonio Jonata figurò maestro direttore di una compagnia di musicanti palmigiani < palmisani> che andò in Catanzaro, in occasione d’una gran festività che ivi si celebrava, portandosi dietro Nicola Antonio Manfroce[10], ancora undicenne[11], che destò gran meraviglia facendo mostra del suo ingegno precoce. Alla base, quindi , della formazione musicale del celebre Nicola Antonio Manfroce, contribuirono anche gli insegnamenti del nostro Jonata. A confermare l’esistenza di una Cappella Musicale operante nella Chiesa Matrice[12] di Palmi, diretta in quell’epoca prima da Domenico Manfroce e poi da Antonio Jonata, ci torna utile quanto tramandato dal Canonico Barone : “ Vi era, infatti, la Cappella Musicale di cui ultimi Direttori furono il Prof. Manfroce, padre del celebre Maestro Nicola, autore questo nostro compaesano dell’Ecuba e dell’Alzira, e il Prof. Jonata Antonio.Cessò all’inizio di questo XIX secolo “. Evidentemente, a Palmi, intenso era il fervore musicale[13] in quei momenti di inizio secolo se, oltre alla Cappella, figurò anche “un gruppo di bandisti di Palmi, capeggiato da Stefano Papa fu Andrea, da Michele Papa fu Rosario e Michele Papa fu Andrea, suonò a Dasà (CZ) ove si obbligò[14], oltre che a tornare con la stessa comitiva per la festa di Pasqua del successivo anno 1804, anche ad insegnare clarinetto e trombe di caccia a tali Giuseppe, Bruno e Vincenzo Jerfone di Dasà che si trasferirono per un anno a Palmi. La presenza di Jonata a Palmi, crediamo possa essere stata saltuaria, se il 1806, stando alle annotazioni dei curatori del volume di La Corte Cailler, rappresentò l’anno in cui Jonata iniziò la sua carriera al Teatro La Munizione di Messina, come “primo dei secondi violini”, alternando forse anche il contrabasso fino al 1810. Dal 1811, infatti, figurò quale “Primo contrabasso”, Mariano Guarnera. Ancora, secondo il La Corte Cailler[15], nel 1816, dandosi alla Munizione l’opera sacra Sofronia ed Olinto, Antonino Jonata era primo dei “secondi violini”.Dopo tale data lo ritroviamo, proveniente da Palmi ove risiedeva nella Strada S.Rocco, in Polistena ove, sotto la data del 24 settembre del 1817, alla presenza del Notaio Domenico Condoluci[16] di Cinquefrondi, si obbligò ad impartire lezioni di musica vocale e strumentale ad un gruppo di non oltre venti persone, oltre che insegnare gratis il corno di caccia ad altri due individui.La sua presenza, documentata dal provvidenziale ritrovamento dell’atto notarile da noi rintracciato, regala alla già consistente ed antica realtà musicale polistenese una scoperta di notevole interesse, perchè rivela l’esistenza di un ulteriore e attivo manipolo di apprendisti musici, formalmente aggregati ad un sodalizio o Accademia. Non vorremmo privare il lettore del piacere di scoprire il documento, ricchissimo di particolari, che è del seguente tenore : “...Oggi che si contano li ventiquattro 24 Settembre mille ottocento dicieasette 1817, in Polistina, Provincia prima di Calabria Ulteriore- Avanti di noi Domenico Condoluci del fù Bruno, Notaio della Comune di Cinquefrondi, domiciliato strada la piazza vecchia, per transito in questa Comune di Polistina, e de sottoscritti testimonj aventino tutte le qualità prescritte dalla legge; personalmente costituiti nella nostra presenza il Signor D.Antonio Jonita del fù Francesco domiciliato nella Comune di Palme Strada San Rocco oggi in questa Comune di Polistina da noi ben conosciuto e li Signori Signor Giovan Francesco Baroncino Rodinò, figlio del Signor Barone D.Luigi Rodinò, Vincenzo Burgese Curciarello del fù Michelangelo, Giovan Battista Jerace del fù D.Nicola, Domenico Guerrisi del fù Francesco, Antonio Maria Rocca del fù Ignazio, Nicola Lidonnici di Antonino, il Canonico D.Giuseppe Pilogallo del fù Pasquale, Canonico D.Francesco Zerbi del fù Leopoldo per i suoi fratelli D.Domenico e D.Giuseppe, D.Giuseppe Antonio Francone per suo figlio Luigi, D.Marcello Lombardi per suo figlio, Signor Giuseppe Cristofallo per suo figlio, D.Michelangelo Pronestino tutti di questo Comune di Polistina proprietarj, domiciliati parte nel quartiere Evole, e parte nel quartiere l’Arco, ciascuno da noi ben conosciuto. Il Sopradetto Signor D.Antonio Jonata nella nostra presenza da una parte si è obligato come si obliga dare ai sopradetti Signori Rodinò, Jerace, Lidonnici,Zerbi, Burgese Curciarello, Pilogallo, Cristofallo, Rocca, Perna, Francone, e Lombardo, e ad altri Giovini da essi destinati, che uniti a loro non possono essere più di venti di numero, lezione di musica vocale ed istrumentale a di loro scelta per lo corso di anni tre continui principiandi dal prossimo entrante mese di ottobre anno corrente mille otto cento dieciasette e finendi alla fine di Settembre dell’anno mille ottocento venti, giorno per giorno escluso Giovedì e Domenica di ciascuna Settimana, ed in una lezione a testa per ciascheduno discepolo; senza poter dare lezione ad altri Individui nelle ore destinate per i sopradetti discepoli, ed altri che da essi saranno designati, con prestarvi tutta l’attenzione possibile ed applicarsi alla lezione finchè il Giovine diverrà persuaso. E nel caso per qualche necessità nel corso di questi tre anni o perchè chiamato altrove a fare delle Musiche, si dovrà assentare di questo Comune, dove dovrà dimorare nell’intero corso di detti tre anni, dovrà rinfrancare i Giovini della lezione perduta ne i Giovedi e Domeniche susseguente al suo ritorno; e così per qualche altra fisica Sua disposizione,coll’obligo che a misura li Giovini saranno istruiti, unirli in Accademia, senza pretendere per questo altra mercede. E dall’altra parte i sopradetti D.Gian Francesco Rodinò, D.Giambattista Jerace,D.Domenico Guerrisi, D.Antonio Maria Rocca , D.David Perna, D.Nicola Lidonnici, Canonico D. Giuseppe Pilogallo,Canonico D.Giuseppe Zerbi per li suoi Fratelli D.Domenico e D. Giuseppe, D.Giuseppe Antonio Francone per suo figlio D.Luigi,D.Marcello Lombardo per suo figlio D.Pasquale, Signor Giuseppe Cristofaro, Prenestino D.Michelangelo per lo figlio D.Giuseppe si obligano assistere alle lezione per lo intiero corso del sudetto trienno a pagare al sopradetto Signor Jonata di loro Maestro puntualmente mese per mese la somma di ducati venti 20, ciascheduno per la sua quota, ed aumentandosi la scuola sino al numero di venti allievi, si dovesse scemare il tangente di ciascheduno, perchè la mesata del Maestro non deba essere più di ducati venti ; oltre l’abitazione che si da franca, e così continuare il pagamento mese per mese con principiare il primo pagamento alla fine dell’entrante mese di ottobre, e così continuare per il successivo sino alla fine di Settembre mille ottocento venti. E nel caso che qualcheduno dei sopradetti apprendenti non volesse continuare le lezioni per suo capriccio, è sempre tenuto corrispondere alla quota del suo pagamento mese per mese.Se poi sarà impossibilitato a continuare per qualche ragione fisica o legittima assenza se il Maestro non avrà acquistati altri discepoli per supplire gli assenti, coloro che resteranno dovranno pagare pro rata, e mensualmente al Sopra detto Maestro la somma di ducati venti 20 per tutto lo tempo di sopra stabilito. Con patto espresso che fra il numero di venti Giovini Scolari non debano andare compresi i due individui che apprenderanno lezione di corno di caccia perchè debono essere insegnati gratis. Per maggiore dilucidazione delle cose sopradette si è dichiarato dalle parti contraenti che la mesata al Maestro si deba pagare antecipatamente mese per mese ed in conseguenza si dovrà fare il pagamento alla prima di ottobre entrante.Fatto letto e pubblicato oggi sudetto giorno mese ed anno in Polistina Provincia prima di Calabria Ulteriore, nel Palazzo del Signor D.Luigi Barone Rodinò, alla presenza delli sotto scritti testimonj Signori D.Francesco Antonio Grio proprietario del fù Domenico, e del Sacerdote D.Bruno Bruzzese del fù Francesco, ed alla presenza dei Signori Jonata, Rodinò, Burgese, Jerace, Guerrisi, Rocca, Lidonnici, Pilogallo, Zerbi, Francone, Lombardo, Cristofallo e Prenestino, alla presenza dei quali è stato stipulato detto atto...(seguono le firme). Il rogito fu registrato in Galatro il 30 giugno 1818 nel registro primo, volume secondo, foglio 79. Che il Maestro Jonata abbia effettivamente mantenuto l’impegno contrattuale nel corso dei tre anni, ce lo conferma un incartamento[17] del 1835 ove, tra l’altro, una lettera del sindaco di Polistena ci ragguaglia, in maniera inconfutabile, della successione dei Maestri di Musica che, fin dai primi anni dell’800, avevano operato a Polistena e di cui ci stiamo occupando con uno studio specifico. Così recita, tra l’altro, la memoria : “ Le insistenze e le manifestazioni di molti Giovani nostri amministrati ci mettono in dovere di rassegnarle che siccome in diverse epoche vi era stata in questo Comune una Scuola di Musica sotto la direzione di diversi Maestri Grillo, il Vecchio Jonata, Aspa, ed attualmente il Maestro Marchese pel solo cembalo...” Esaurito l’impegno contrattuale polistenese, stando agli annotatori del La Corte Cailler[18], nel 1820, Jonata divenne “primo violino e direttore d’orchestra”, mentre, secondo ancora il La Corte Cailler, “nel 1826, ricorrendo l’arrivo in Messina del Marchese delle Favare, al Teatro La Munizione si diede il ballo istorico-allegorico Ferdinando Cortez al Messico, composizione del Sig. Luigi Marini su musica del Rossini-notava il libretto-diretta dal primo Violino Signor Antonino Jonata”. Antonio Jonata, di cui non conosciamo, al momento, l’epoca della morte, può considerarsi il capostipite di una famiglia di musicisti che si radicarono anche a Messina, oltre che a Palmi. Gli annotatori di La Corte Cailler indicano Jonata con la qualifica di primo violino e direttore d’orchestra fino al 1851 e come Istruttore dè Cori fin dal 1845. Noi congetturiamo che, in questo caso, possa trattarsi di altro Jonata omonimo. Dopo di lui seguirono nella pratica musicale messinese : Antonino Jonata (II) violinista ; Giovanni Jonata, primo corno; Francesco Jonata, compositore ; Luigi Jonata, compositore ; Rosario Jonata, compositore ; Antonio Jonata, primo violino; Giuseppe Jonata, sesto violino ; Salvatore Jonata, primo violino ; Francesco Jonata, secondo violino ; Giuseppe Jonata, primo corno ; Francesco Jonata, primo corno[19]. Anche Palmi registrò la presenza di ulteriori Jonata : Rosario, che avviò agli studi musicali Francesco Cilea , e che fu suonatore di tromba, violino e pianoforte, oltre che Maestro Direttore della Banda Cittadina [20] ed i suoi figli Carmelo e Salvatore, violinisti e pianisti, divenuti nella vicina Sicilia direttori di orchestra[21].Il 7 aprile del 1831, nacque a Palmi ancora un altro Antonio Jonata, figlio di Carmine e di D. Clementina Bagalà. Chissà che non possa trattarsi di Antonio Jonata (II) che il La Corte Cailler segnala come violinista perito nel terremoto e di cui lo stesso autore si occupò nelle Miscellanee messinesi, vol.II,p.73 ? A questo punto, dopo le su esposte ricerche bibliografico-archivistiche e ipotesi, sarebbe veramente auspicabile continuare a ricercare nuove fonti per poter comprendere l’operato di Antonio Jonata nel panorama musicale sia siciliano che calabrese.
[1]G.MARAFIOTI, Croniche et antichità di Calabria. Padova, 1601, p.116. [2]A proposito della Cappella Musicale polistenese, cfr.particolarmente : A. MAGAUDDA : Un feudatario calabrese dilettante di musica : Giacomo Francesco Milano Principe d’Ardore (1699-1780). Bologna, Università degli studi, Facoltà di Lettere e Filosofia (D.A.M.S.), Anno Acc.1980-81; F.TURANO,Le sonate a tre di Michelangelo Jerace. Bologna Università degli studi,Facoltà di Lettere e Filosofia (D.A.M.S.), Anno Acc.1980-81. Inoltre : A.MAGAUDDA, La cappella musicale di Polistena, in Rivista italiana di musicologia, vol.XVII, 1982, n.1; F.TURANO, Le sonate a tredi Michelangelo Jerace, in Rivista italiana di musicologia, vol.XVIII,1983, n.1 ; G.RUSSO, Commercio di oggetti d’arte a Polistena nel ‘600, in Brutium, , a.LXI, NS, Gennaio-Marzo 1982, n.1, pp.11-12. [3]C.DE LELLIS, Descrittione della nobilissima famiglia Milano...Napoli, 1682, pp.46-47. [4]G.RUSSO, Polistena nelle immagini di ieri. Palermo,1985, p.183. [5] Devo alla cortesia, alla competenza ed al senso di autentica diffusione della cultura dell’amico Prof. Domenico Ferraro che ci ha voluto anticipare tale importante notizia, oggetto di una sua prossima pubblicazione sulla storia musicale di Palmi. [6] Ancora un ringraziamento al Prof. Domenico Ferraro che, sapendo di questo nostro contributo, si è premurato a fornirci questo ulteriore prezioso documento. [7]G.LA CORTE CAILLER, Musica e musicisti in Messina, a cura di Alba Crea e Giovanni Molonia, Messina, Quaderni dell’Accademia <Filarmonica>, 1982, p.101. [8]A. DE SALVO, Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia Tauro. Palmi, 1899, p.307. [9]D.GUARDATA, Memorie sulla città e territorio di Palmi (1850-1858). Scritto inedito che si conserva presso la Biblioteca Comunale di Palmi. [10]Per la biografia del Manfroce, cfr. particolarmente : D. FERRARO, Nicola Antonio Manfroce, musicista geniale. Napoli, 1978 ; D.FERRARO, Nicola Antonio Manfroce nella vita e nell’arte. Cosenza, 1990. [11]Il De Salvo non indica espressamente l’anno 1802 che, però, si può ipotizzare come epoca esatta, stando all’età del Manfroce che era nato il 20 febbraio del 1791. [12]D.FERRARO, Nicola Antonio Manfroce...op.cit.,p.20. [13] D.FERRARO, Una tradizione ininterrotta, in Gloria alle muse (numero unico dedicato a Magda Olivero cittadina onoraria di Palmi) Sabato 16 Aprile 1994, pp.21-23. [14]SEZIONE DI ARCHIVIO DI STATO -VIBO VALENTIA, Notaio Giuseppe Viterbo, atto del 13 aprile 1803. Dobbiamoalla cortesia dell’amico Ing. Antonio Triipodi di Dasà che ha scoperto il documento, l’aver messo a nostra disposizione copia fotostatica dello stesso. [15]G.LA CORTE CAILLER, Musica...op.cit.,p.101. [16]SEZIONE DI ARCHIVIO DI STATO- PALMI, Notaio Domenico Condoluci, B.145, v.1526, a.1817, ff.132-135. [17]ARCHIVIO DI STATO REGGIO CALABRIA, Inv.29,F.156,n.168.Ringraziamo per la segnalazione di detto incartamento, fattaci tanti anni fà, la Prof.ssa Teresa Chirico, vero punto di riferimento per gli studi storico-musicali in Calabria. [18]G. LA CORTE CAILLER, Musica...op.cit., p.101. [19]G. LA CORTE CAILLER, Musica...op.cit. pp. 101; 236-237; 239; 248; 252. [20] D.FERRARO, Le tradizioni musicali palmesi-Spigolando nelle cronache cittadine-La Famiglia Jonata, in Musicarte Calabria, a.IV, n.3-4, 11 Febbr.1989, p.1. Ringraziamo l’amico Ciccio Lo Vecchio che ci ha procurato copia di lettera a stampa di Rosario Jonata , del 15 Giugno 1870, e di un avviso per una sottoscrizione per la ricostituzione della Banda Musicale, dopo gli attacchi al maestro R.Jonata. [21] IL METAURO, 6 ottobre 1894. Copyright@Giovanni Russo Polistena |
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