Il voto del Comune di Polistena per la conservazione della Sede Vescovile di Mileto nel 1866* di Giovanni Russo
Il voto del Comune di Polistena |
per la conservazione della Sede Vescovile di Mileto nel 1866* |
di Giovanni Russo |
Tale provvedimento che, inopportunamente, piombava come un fulmine su una istituzione storica tra le più importanti d’Italia, anche perché fondata dal conte Ruggero il Normanno, senza essere sottoposta ad alcun metropolita, bensì direttamente soggetta alla Santa Sede, ebbe notevoli riflessi sulle popolazioni non solo di Mileto, ma di tutta la Diocesi. Polistena, uno dei centri più importanti di tutta la Diocesi, non esitò, attraverso l’iniziativa del Sac. Francesco Tigani che, alla larga erudizione, specialmente in materie teologiche e filosofiche, accoppiava anche la carica di Assessore Comunale, a promuovere una apposita seduta di Giunta Municipale, con l’intento di approvare un atto deliberativo per la conservazione della Sede Vescovile di Mileto, sintetizzando adeguatamente le vicende storiche di quest’ultima. Con delibera n.9 del 25 febbraio 1866, la Giunta Municipale di Polistena così deliberò in merito: “ L’anno milleottocentosessantasei, addì venticinque del mese di Febbraio in Polistena. Nella Sala delle Adunanze Municipali. Riunita la Giunta Municipale previo legale avviso, si è la medesima congregata sotto la presidenza del Sig. Francesco Tigani Assessore delegato pel Sindaco titolare in congedo, presenti gli assessori Signori Megna Francesco, e Siliato Francesco; coll’intervento del Segretario sottoscritto [Giuseppe Tigani]. Il Presidente à esposto che un progetto Ministeriale sarà fra breve presentato alle discussioni del Parlamento Nazionale, circa la soppressione degli Enti Ecclesiastici, incamerando i loro beni colla circoscrizione civile della Diocesi, manifestando che questa Diocesi di Mileto sarà soppressa certamente. Quindi nel partecipare tanto alla Giunta, la invita a deliberare, ove creda ciò essere nell’interesse del pubblico. La Giunta osserva che il Ministro Guarda Sigilli quando presentò alle Camere il Progetto di Legge per la soppressione dei Vescovati, si fece ad accompagnarlo da un sunto storico, destinato a ricordare l’antichità, le doti e le prerogative delle Diocesi che si vorrebbero conservare. E con questo, se pur la Giunta non và errata, pare che l’Onorevole Ministro, nell’attuare una simile legge, Egli non intende punto ledere alle tradizioni ed al pubblico interesse. Osserva che Polistena è una delle più grandi città della Diocesi di Mileto e che perciò è nel suo interesse rassegnare al governo del Re le seguenti ragioni per le quali la Diocesi di Mileto, a preferenza di altre, merita venir conservata: Perché guardandosi all’origine di questa Sede, Essa siccome quella che deriva dalla riunione della Chiesa di Vibona e di Tauriana è da annoverarsi tra le più antiche d’Italia, sendocchè storica e la sua origine per esser legata al nome ed alle gesta del suo fondatore, il conte Ruggiero, il quale morì all’ombra di quel Vescovato, ed è così grave di Patrie memorie che torna impossibile poterlo obliare. Perché oltre del dato storico, è a ritenersi che la natura della sede della Diocesi di Mileto merita venir conservata a preferenza per il privilegio che essa gode di star immediatamente soggetta alla potestà Pontificia, prerogativa questa di onore, che se non la pareggia alle Sedi Arcivescovili, certo è d’innanzi sopra tutte le altre che si dicono semplici. Perché per popolazione questa Diocesi non è seconda ad alcuna altra contando 214.524 abitanti divisi in 59 Comuni, con cento trenta parrochi. Perché la sua riunione alla chiesa di Reggio, come vien designato nel prefato progetto, metterebbe la nostra città e tutte le altre vicine alla nostra, nell’obbligo di dover stare oltre a 100 e più chilometri lontane dal proprio Pastore per strade difficili, ed inaccessibili, la qual cosa costringerebbe i cittadini nella dura necessità di trascurare gli affari della propria coscienza, e di sobbarcarsi a lunghi e costosi viaggi. Finalmente perché nessuna ragione avve per lo trasferimento materiale di quella sede stante che l’Eccellentissimo Prelato a questo à provveduto coll’elezione di un novello Seminario, e colla fondazione di un vasto episcopio. Per tali ragioni la Giunta Municipale di Polistena unanimemente delibera essere nell’interesse dei cittadini di Polistena che sia mantenuta la Diocesi di Mileto e unitamente agli altri Comuni che la compongono fa istanza al Governo del Re perché siano esauditi i voti della Popolazione...”. Anche questo significativo atto deliberativo della comunità polistenese servì, dunque, a far sì che il Governo ci pensasse bene prima di operare l’accorpamento della Diocesi. L’accorato voto dei polistenesi e degli abitanti tutti della Diocesi, sortì allora esito alquanto positivo, a differenza di tempi più vicini a noi in cui lo smembramento della Diocesi e l’aggregazione di taluni centri ad altre diocesi con le quali non vi fu mai legame, passarono nell’indifferenza e senza una ben minima resistenza. Per noi , Mileto resta, comunque, l’unico e vero punto di riferimento storico.
(*) Pubblicato in Il Normanno ‘85”, A.XIII, n.20 – Dicembre 1997, p.36.
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