GIFFONE E LA FONTANA GRANDE O DEI SETTE CANALI di Giovanni Russo

 GIFFONE E LA FONTANA GRANDE O DEI SETTE CANALI

 di Giovanni Russo

 Prima di riferire della Fontana Grande o Dei Sette Canali di Giffone che, da oltre un secolo (122 anni dall’inaugurazione), fa bella mostra nella piazza principale, da sempre centro nevralgico della cittadina ed in cui l’elemento acquatico rappresenta un valore aggiunto che regala armonia e bellezza, continuando a regolare, di giorno e di notte, l’efflusso all’aperto di acqua freschissima, ci sia consentito di riportare quanto Amato Amati[1], sulla scorta di notizie fornite anche dal Sindaco dell’epoca, ebbe a scrivere nel Dizionario Corografico, offrendo così uno spaccato ottocentesco delle condizioni storiche e sociali di questo giovane paese della Piana, fondato nel 1695, per la cui storia si rimanda alla monografia del defunto ed indimenticabile amico, prof. Nicola Catalano[2].



Così l’Amati:

“Giffone: Comune nel Napoletano, prov. di Calabria Ulteriore, circond. di Palmi, mandamento di Cinquefrondi.

La sua popolazione assoluta di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 2563 (maschi 1278 e femmine 1285); quella di diritto era di 2573 abitanti (maschi 1286 e femmine 1287). Nel 1864 ve ne erano 2671. Secondo la statistica ufficiale del movimento della popolazione del Regno d’Italia, si ebbero in questo comune 17 matrimoni, 101 nati e 77 morti. Attualmente (1867) vi sono 2004 abitanti (maschi 1294, femmine 1310).

La sua Guardia Nazionale consta di una compagnia con 150 militi attivi e 40 di riserva: in totale 190 militi. La mobilizzabile era di 86 militi.

Gli elettori politici sono iscritti nelle liste elettorali del collegio di Cittanova; nel 1863 erano 7; ora (1867) sono 10.

Per la circoscrizione ecclesiastica dipende dalla diocesi di Mileto.

L’ufficio postale é a Rosarno.

Pel dazio consumo é comune di quarta classe. Il suo territorio in parte é fertile in varie specie di vegetabili; ma nel restante é sterile, battuto dà venti e dalle nevi. Il clima è salubre.

Il capoluogo é un grosso villaggio, posto a 34 chilometri da Palmi, sopra una graziosa collina colle spalle volte a borea e colla fronte ad ostro: a levante sorge il monte Fontanelle, che é un contrafforte dell’Appennino. Tra ponente ed ostro godesi la bellissima veduta della piana calabra, e di parte della vicina Sicilia colle isole Eolie e il mare Tirreno. Questo comune non ha strade comunicative coll’esterno, tranne piccoli viottoli. Nell’interno è mal tenuto.

Giffone venne fondato verso il 1700 da Francesco Giffone, marchese di Cinquefrondi, prima del quale in quel luogo non vi erano che meschini ricoveri, costrutti da genti nomadi e fuggiasche. Una lapide marmorea, che vedesi sulla fonte di questo comune, porta un’iscrizione in  lode del fondatore, che “l’orridezza di selvaggi specchi e la solitudine di chiuse selve in abituro ha felicemente ridotto”. La iscrizione parla a lungo delle virtù del fondatore, discendente da una nobile famiglia picentina, fin dal tempo dei Longobardi stanziata in queste contrade dell’Italia meridionale”.

Tutte le fontane, oltre ad essere un mezzo per il rifornimento pubblico dell’acqua, furono, quasi sempre, anche motivo di abbellimento e, principalmente, luogo d’incontro. Buona parte di esse, collocate nella piazza principale e con una tipologia pressoché costante, caratterizzata da una struttura architettonica con sfondo in muratura e rivestimento in pietra o marmo, con vasca dove sono collocate le bocche (cannelle) dalle quali sgorga l’acqua, sono in genere costruzioni imponenti, di carattere prevalentemente ornamentale, dei veri e propri monumenti divenuti simbolo della cittadina.

Ad occuparsi della storia di questa fontana, fu il prof. Nicola Catalano[3] che, nel suo già citato volume così aveva riferito:

“La Fontana Maggiore che si trova in Piazza Vittorio Veneto, con le sei bocche di delfini, quattro frontali e due laterali, rivestita in marmo, è stata costruita tra il 1894 ed il 1895.

La cerimonia ufficiale per l’inaugurazione della monumentale opera venne fatta nell’inverno del 1895, Sindaco Comm. Andrea Alvaro.

La cerimonia fu allietata dal suono della Banda Musicale “Città di Giffone” fondata l’anno precedente dal Maestro Antonio Zagarella, diplomato al Conservatorio di S. Pietro a Maiella.

La giornata era fredda e nevosa ma i giovani componenti il corpo bandistico affrontarono impavidi le intemperie; era quella la prima volta che la neonata banda suonava in pubblico.

Fra i cimeli dei tempi andati a Giffone si conserva una fotografia del Corpo Bandistico di quei giorni unitamente al loro Maestro e fondatore Antonio Zagarella.

Sul fronte della torre campanaria, sotto l’orologio, si legge la frase virgiliana: Ruit Hora Laboremus Fidenter”.

Al centro della marmorea fontana si legge:

“L’acqua di questa fonte, portata da oltre un secolo da chi fondò Giffone non prima rimossa dall’insalubre e vetusta conduttura, oggi, senza particolare aggravio di contributi, con comunanza di voti, come meglio dettò la scienza e l’arte, fu qui condotta a questa fonte costruita amministrando Cav. Andrea Alvaro Sindaco, Alvaro Giuseppe Raffaele, assessore. 1895”.

Catalano anticipava così, tranne qualche poco significativa imprecisione sulla data di inaugurazione (che non avvenne nel 1895, bensì nel 1896), e del numero delle bocche decorate con i delfini (non 4 centrali e due laterali, bensì 5 centrali e due laterali), la storia, le vicende, la descrizione e le iscrizioni della fontana e del Corpo Musicale Giffonese, oggetto, successivamente, di uno studio del defunto amico Franco Albanese[4].

Realizzata nel 1895 dall’allora Amministrazione Comunale a guida del Sindaco e farmacista, Cav. Andrea Alvaro (che era sposato con Carmela Buda, sorella dell’ avv. Giuseppe Buda di Anoia che, nel 1907, fu eletto Consigliere Provinciale[5], contando proprio sull’appoggio dell’Alvaro), fu inaugurata, il 6 gennaio 1896. Tale lavoro fu, infatti, un segnale di vicinanza del Comune alle esigenze di tutti i cittadini.

In quella occasione, in cui ad eseguire la marcia reale se ne occupò il locale Corpo Musicale apparso in pubblico per la prima volta, fu benedetta, secondo un antico rito, la nuova e ricca Bandiera Municipale, non senza elevare un pensiero ed un ricordo al concittadino “Fortunato Alvaro, già Capitano della Guardia Nazionale di Giffone, distintosi per coraggio nel fatto di Passo di Cancello” in Terra di Lavoro, cui fu concessa, nel 1862, la Medaglia d’argento al valor Militare[6].

Ecco la cronaca della cerimonia d’inaugurazione, riportata dal settimanale cosentino Cronaca di Calabria, con il resoconto minuzioso del rito religioso, dei tanti discorsi tra cui quello dell’insegnante Domenico Sorrentino e, principalmente, del Sindaco che, parlando della bandiera, non mancò di ricordare i caduti di Amba Alagi, celebre battaglia avvenuta durante la guerra di Abissinia, presso il monte Amba Alagi, nell'acrocoro etiope. Il 7 dicembre 1895, infatti, il presidio italiano comandato dal maggiore Pietro Toselli, composto da 2.300 uomini tra nazionali ed indigeni, venne assalito da circa 30.000 abissini; nello scontro, le forze italiane vennero completamente annientate. Per onorare i caduti di questa sanguinosa battaglia, gli àscari (la fanteria coloniale italiana) del IV Battaglione indigeni (intitolato allo stesso Toselli) portarono da quel momento la fascia nera in segno di lutto.

Dal breve e significativo resoconto giornalistico viene fuori così una fontana designata quale immagine  dell’amor patrio eternamente sgorgante ed eternamente fecondatore, oltre che simbolo di antica memoria e di storia di questa ridente e laboriosa cittadina che, nei suoi pochi secoli di vita, ha espresso, comunque, personalità illustri in vari campi.

Così la corrispondenza[7] relativa all’inaugurazione della fontana ed alla benedizione della Bandiera Municipale:

“Giffone, 7

(L.G.).  Ieri qui inaugurazione della pubblica fontana, e benedizione della bandiera municipale. L’intervento numeroso di tutti i cittadini e di molti delle vicinanze, la presenza delle società con le rispettive bandiere, e di quasi tutte le signore e signorine del paese, ha mostrato quanto stava a cuore l’opera dell’amministrazione.

Il corpo municipale, arrivato alle 10 avanti in piazza, fu accolto dalla marcia reale eseguita dai giovani di questo corpo musicale, che per la prima volta suonava in pubblico.

Fu quindi benedetta la ricca bandiera municipale, mentre salutata da molti fuochi d’artifizio arrivò l’acqua ai sette canali della monumentale fontana di cui il paese va superbo. Il colpo d’occhio per l’immensa popolazione era veramente ammirevole. Terminata la cerimonia religiosa incominciarono i discorsi che furono molti ed eleganti. Noto fra gli altri i seguenti degni di molta ammirazione.

Il Sindaco con sentite e generose parole salutò la nuova bandiera del Municipio di Giffone, rammentò con slancio di alto patriottismo i caduti di Amba Alagi che sotto l’istessa bandiera italiana correvano egualmente alla vittoria e alla morte, ma rendendo grande il nome della loro patria. Consegnò quindi al popolo la monumentale fontana promettendo altre ed ancor esse utili riforme. Lunghi e ripetuti applausi accolsero queste parole, poiché tutti sono certi che quando il Cav. Andrea Alvaro promette sa mantenere.

Parlò quindi il maestro Domenico Sorrentino e con un lungo elaborato discorso volle dimostrare e dimostrò con filosofia molto stringente una tesi dell’evoluzione naturale delle nazioni: I. il perché ciò che oggi si è fatto e domani dovrà farsi non poteva farsi ieri; 2. il perché ciò che ieri non si fece, oggi dovea farsi. Il lungo e dotto discorso fu fatto segno a vive approvazioni da parte di tutti gl’intervenuti.

Parlarono anche il giovinetto Andrea Parise, l’avv. Raffaele Albanese che terminò il suo discorso commemorando il Maggiore Toselli, ed il signor Alvaro Fortunato fregiato della medaglia di argento al valor militare.

Negli annali giffonesi tale giorno rimarrà scritto a lettere di oro ed i cittadini ricorderanno con riverenza ed affetto il nome del Cav. Andrea Alvaro, come quello del migliore loro benefattore”.

Copyright@Giovanni Russo Polistena

 

 

 

 

 



[1] DIZIONARIO COROGRAFICO DELL’ITALIA compilato per cura del prof. Amato Amati col concorso dei sindaci, delle rappresentanze della Provincia e di insigni geografi e storici...Volume Quarto de L’ITALIA sotto l’aspetto fisico, militare, storico, letterario, artistico e statistico... Milano, Dott. Francesco Vallardi Tip. Editore, [1868], p. 163. 

[2] N. CATALANO, Benvenuti a Giffone : Storia, Personaggi, folklore. Giffone, Eredi Nicola Catalano, 2002.

[3] N. CATALANO, Benvenuti a Giffone ... op. cit., p. 14.

[4] F. ALBANESE, La Banda Musicale di Giffone. Polistena, Arti Poligrafiche Varamo, 2006. Sulla banda di Giffone, cfr. anche G. RUSSO, Bande Musicali Calabresi : Storia , cronache, uniformi e immagini di 300 antiche formazioni musicali.  Polistena, Centro Studi Polistenesi; Storico Complesso Bandistico “Città di Polistena”, 2010, p. 169-170, alla voce: Giffone.

[5] G. QUARANTA, Giuseppe Buda (1881-1918). Gioia Tauro, Tauroprint, 2008, p. 13.

[7] Cronaca di Calabria, Settimanale, anno II, n. 3, Cosenza 16 Gennaio 1896.

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